Muri

Vauro_2010_Gigante

Si può raccontare una favola attraverso le immagini, le emozioni, i sentimenti che le parole suscitano, usando come strumenti il suono, il colore, il gesto. E la favola si fa rappresentazione che coinvolge, fa vedere, fa ascoltare il messaggio che Wilde le affida: è la forza della semplicità senza schermi, la sola capace di aprire varchi in muri apparentemente inaffrontabili; è la forza della generosità accogliente e solidale che fa fiorire relazioni fonti di vita nuova.

 

Orchestra Muri a Lugano

Un bambino e un gigante: la sproporzione tra le immagini tradizionali rende più potente il ruolo dell’innocenza, incontaminata e per questo disponibile al nuovo, al diverso, capace di comprensione e lontana dagli stereotipi condizionanti. E, alla fine, il mondo rinasce.

Questa storia è raccontata nel rispetto dei canoni teatrali, ma con forme e attori particolari.

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Una unica voce narrante, a cui sono affidate le Parole che legano la trama a un ordito speciale, quello musicale costruito dall’orchestra Sinfonica “La nota in più” attraverso le note dell’ Uccello di fuoco di Stravinskij e della Pastorale di Beethoven, si muove in uno spazio illuminato a tratti da luci e colori nati dall’esperienza della solitudine, della tristezza, della paura, ma anche della gioia, del calore dello stare insieme, dell’allegria del gioco dei giovani del Centro Socioeducativo “Spazio Autismo” di Bergamo che hanno preparato le scenografie e i movimenti di scena.

 

 

mani su Muro LuganoIn un’epoca in cui si alzano continuamente muri che separano, che segnano confini chiusi all’altro, che vorrebbero impedire inevitabili incontri e difendere presunte proprietà, questa rappresentazione ci dice che l’arte non ha confini, non ha possessori, sta dentro i limiti di ciascuno di noi e li oltrepassa rendendoci tutti più liberi.

 

Ombrelli Muri a Lugano

 

 

E forse anche più buoni.